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sabato 29 ottobre 2011

INFERNO CANTO TERZO


Dopo la ribellione degli Angeli, Dio creò l'Inferno.
Il Sommo Poeta nella sua Opera massima, vi colloca all'ingresso questa scritta:

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.



Giuro, la stessa scritta è collocata all'ingresso di un'aula di giustizia italiana!

IL GIUDICE AMERICANO


Una domenica di marzo mi è capitato di visitare Firenze da turista, ed avendola sempre frequentata per lavoro non la ricordavo così bella, così internazionale!
Pensavo, mentre passeggiavo e mi godevo lo splendore dei suoi monumenti, quale fosse il motivo che mi provocava disagio, ogni volta che dovevo raggiungere quel luogo non da turista.
Mi tornava così alla mente il traffico nei giorni feriali, l'impossibilità di raggiungere gli uffici che abitualmente frequento, a causa della loro disastrosa dislocazione in più punti della città.

lunedì 17 ottobre 2011

IL SONNO DEI GIUDICI

Avevo promesso che avrei parlato del sonno dei giudici, senza ironia e con un unico filo conduttore, in un parallelismo fatto di riflessioni e confronti, tra quanto scritto dal grande Piero Calamandrei, tra il 1935 ed il 1954, e quanto accade oggi nelle stesse aule di tribunale e nella “cosa” pubblica in generale.
Il fine non è quello di criticare l’attuale sistema giudiziario italiano, ma quello di confronto tra quanto accadeva e quanto, con moto perpetuo, accade ancora oggi.
Non si stupiscano i lettori se ora come allora nulla è cambiato; se ora come allora tutto si trasforma e nulla si distrugge; ciò è nella naturale ragione dell’ essere del popolo italico.

EQUILIBRI IMPROBABILI

Nel 1935, Piero Calamandrei, grande avvocato ed insigne giurista, raccoglieva in un volume unico nel suo genere, “Elogio dei Giudici scritto da un Avvocato”, tutte le lodi e tutte le bassezze del sistema giudiziario italiano.
L’opera sottile del Calamendrei, coraggiosa ed ardua per il particolare periodo storico, traccia già allora il malessere del sistema ed incredibilmente risulta di grande attualità come se nulla fosse accaduto, come se i decenni fossero stati minuti anzi, secondi.
Ecco allora, nell’ottica di dimostrarvi che nulla è cambiato, che le leggi ad personam sono sempre esistite,

PLINIO IL GIOVANE - Panegyricus - 80

Quid? in omnibus cognitionibus, quam mitis severitas, quam non dissoluta clementia! Non locupletando fisco sedes, nec aliud tibi sententiae tuae pretium, quam bene iudicasse. Stant ante te litigatores, non de fortunis suis, sed de tua aestimatione soliciti; nec tam verentur, quid de caussa sua, quam quid de moribus sentias. O vere principis, atque etiam consulis, reconciliare aemulas civitates, tumentesque populos non imperio magis, quam ratione compescere: intercedere iniquitatibus magistratuum, infectumque reddere, quidquid fieri non oportuerit: postremo, velocissimi sideris more, omnia invisere, omnia audire, et undecunque invocatum statim, velut numen, adesse et adsistere! Talia esse crediderim, quae ipse mundi parens temperat nutu, si quando