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lunedì 17 ottobre 2011

EQUILIBRI IMPROBABILI

Nel 1935, Piero Calamandrei, grande avvocato ed insigne giurista, raccoglieva in un volume unico nel suo genere, “Elogio dei Giudici scritto da un Avvocato”, tutte le lodi e tutte le bassezze del sistema giudiziario italiano.
L’opera sottile del Calamendrei, coraggiosa ed ardua per il particolare periodo storico, traccia già allora il malessere del sistema ed incredibilmente risulta di grande attualità come se nulla fosse accaduto, come se i decenni fossero stati minuti anzi, secondi.
Ecco allora, nell’ottica di dimostrarvi che nulla è cambiato, che le leggi ad personam sono sempre esistite,
che il processo breve è stato sempre un miraggio, che il sistema giudiziario italiano era sovraccarico già ottanta anni fa e che l’errore giudiziario non è una variabile ma una costante del meccanisco, vorrei dedicare i prossimi scritti alla trascrizione ed la commento di alcuni brani del testo del grande giurista.
SULL’ERRORE
“Si fa un gran parlare di certi clamorosi casi di errori giudiziari, scoperti dopo venti o trenta anni, quando il vero colpevole ha confessato in punto di morte il suo delitto.
L’opinione pubblica se ne commuove: come fanno i magistrati a non sentirsi turbati dall’idea che casi simili
siano possibili e che per colpa loro creature innocenti languiscano in prigione per tutta la vita?
Risponde un magistrato, vicino ai limiti di età (non racconto una facezia: è un discorso che è stato fatto sul serio):
può darsi, se si fa un calcolo di probabilità, che una metà delle sentenze siano ingiuste e che di conseguenza una metà di condannati che sono in prigione siano innocenti;
ma per la stessa ragione una metà degli assolti che sono in libertà erano in realtà colpevoli e dovrebbero essere in prigione.
Non bisogna commuoversi sul caso singolo: bisogna guardare il fenomeno dell’errore giudiziario nei grandi numeri, e allora si vede che, secondo la statistica, c’è compensazione fra gli errori in senso opposto.
Così la bilancia della giustizia è in equilibrio e noi giudici possiamo dormire tranquilli.
Brano tratto da “Elogio dei giudici scritto da un avvocato” Le Monnier 1935 -Piero Calamandrei-
Sul sonno dei giudici vi dirò un’altra volta; sull’errore lascio ai lettori le dovute riflessioni.

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