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lunedì 17 ottobre 2011

PLINIO IL GIOVANE - Panegyricus - 80

Quid? in omnibus cognitionibus, quam mitis severitas, quam non dissoluta clementia! Non locupletando fisco sedes, nec aliud tibi sententiae tuae pretium, quam bene iudicasse. Stant ante te litigatores, non de fortunis suis, sed de tua aestimatione soliciti; nec tam verentur, quid de caussa sua, quam quid de moribus sentias. O vere principis, atque etiam consulis, reconciliare aemulas civitates, tumentesque populos non imperio magis, quam ratione compescere: intercedere iniquitatibus magistratuum, infectumque reddere, quidquid fieri non oportuerit: postremo, velocissimi sideris more, omnia invisere, omnia audire, et undecunque invocatum statim, velut numen, adesse et adsistere! Talia esse crediderim, quae ipse mundi parens temperat nutu, si quando
oculos demisit in terras et fata mortalium inter divina opera numerare dignatus est: qua nunc parte curarum liber solutusque, caelo tantum vacat, postquam te dedit, qui erga omne hominum genus vice sua fungereris. Fungeris enim, sufficisque mandanti, quum tibi dies omnis summa cum utilitate nostra, cum tua laude, condatur.

TRADUZIONE:
Che ? In tutti i giudizi quale rigore dolce, quale clemenza non indiscreta. Voi non sedete nel tribunale per arricchire il fisco, e non altro premio ricevete dalle sentenze, salvo che il piacere di aver giudicato con rettitudine. Stanno davanti a voi i litiganti pensierosi non per le loro fortune, ma per la stima nella quale voi li abbiate; né paventano tanto quello che voi della loro causa, quanto quello che dei loro costumi state per giudicare. E’ cosa veramente degna di un principe, e ancora di un console, riconciliare fra loro città rivali, e tenere a freno indomiti popoli meno n la forza che con la ragione: rimediare alle ingiustizie dei magistrati, rendere come non fatto quello che non era da farsi, finalmente, come più veloce fra gli astri, tutto vedere, tutto sentire, e quasi un nume da qualunque parte invocato, assistere e proteggere ognuno. Tali io credo quelle operazioni che 1' autore del mondo esegue con il cenno se pur abbassò egli mai sino in terra gli sguardi, e si degnò di contare fra le opere divine anche le azioni dei mortali. Ora che egli ha sostituito voi a fare le sue veci con il genere umano, spedito e sciolto da una parte delle sue cure, dona al cielo tutti i suoi pensieri. E bene voi fate le sue veci, e supplite alla commissione, non passando mai per voi giorno alcuno, che con sommo utile nostro e con somma gloria vostra non venga a terminare.

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